Il CPT richiama l’Italia: sistema carcerario sotto accusa

Una delegazione dell’European Committee for the prevention of torture and inhuman degrading treatment of punishment (CTP) ha fatto tappa nel nostro Paese dal 28 Marzo all’8 Aprile 2022.Nel corso della visita, la delegazione del CPT ha valutato il trattamento e le condizioni di detenzione dei detenuti presso quattro istituti penitenziari ed ha anche considerato il trattamento delle persone private della libertà dalle forze dell’ordine. Inoltre, la delegazione ha esaminato le condizioni di degenza dei pazienti in quattro servizi psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC) e delle persone anziane non autonome ospitate in due residenze sanitarie assistenziali (RSA) . Nel corso della visita, la delegazione del CPT ha avuto uno scambio di opinioni con Marta Cartabia, (all’epoca) Ministro della Giustizia, nonché con Benedetto della Vedova, (in quel periodo) Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e Pierpaolo Sileri, (già) Sottosegretario di Stato alla Salute. Inoltre, ha incontrato Carlo Renoldi, (già) Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e Sergio Bracco, Prefetto e Capo di Segreteria del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, nonché altri alti funzionari ministeriali ed ufficiali delle forze dell’ordine competenti. Inoltre, la delegazione ha incontrato Letizia Moratti, (all’epoca) Vicepresidente ed Assessore regionale al Welfare della Regione Lombardia. Sono stati tenuti anche incontri con Mauro Palma in qualità di Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, nonché con rappresentanti della società civile attivi nei settori d’interesse per il CPT.

Ricordiamo che, alla luce di quanto previsto dall’art. 8 dell’European Convention for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment, il Comitato deve essere messo in condizione di avere dallo Stato presso il quale effettua la visita full information on the places where persons deprived of their liberty are being held; gode di unlimited access to any place where persons are deprived of their liberty, including the right to move inside such places without restriction;may interview in private persons deprived of their liberty, nonchécommunicate freely with any person whom it believes can supply relevant information.

Nel corso della visita effettuata lo scorso anno nel nostro Paese, sono state ispezionate le seguenti strutture:

 

  • Camere di sicurezza delle forze dell’ordine
  • Questura di Milano (Via Fatebenefratelli)
  • Comando di Compagnia dei Carabinieri di Milano Porta Monforte (Viale Umbria)
  • Ufficio Arresti e Fermi della Polizia Municipale di Milano (Via Custodi)
  • Questura di Roma (Via di San Vitale)
  • Dipartimento di Polizia Ferroviaria “Lazio”, Roma
  • Comando di Compagnia dei Carabinieri Roma Centro (Via Giovanni Giolitti)
  • Commissariato San Paolo di Torino (Corso Racconigi)
  • Comando di Compagnia dei Carabinieri Oltre Dora, Torino (Corso Vercelli)
  • Stazione dei Carabinieri di Torino Mirafiori (Via Guido Reni)
  • Istituti penitenziari per adulti
  • Casa Circondiariale di Milano San Vittore
  • Casa Circondariale di Monza
  • Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino
  • Casa Circondariale di Roma Regina Coeli (visita mirata)
  • Strutture psichiatriche
  • Grande Ospedale Metropolitano di Milano Niguarda (unità SPDC)
  • Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo (unità SPDC)
  • Ospedale di Vizzolo Predabissi, Melegnano (unità SPDC)
  • Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma (Unità SPDC)
  • Presidi assistenziali per anziani
  • Pio Albergo Trivulzio, Mlano (RSA)
  • Istituto Palazzolo (Fondazione Don Carlo Gnocchi), Milano (RSA)

 

 

Il materiale raccolto è stato rielaborato in un Report reso noto il 24 marzo scorso. Numerosi sono i profili di criticità rilevati dal Comitato,  per ognuno dei quali sono suggerite soluzioni e raccomandazioni.

Per quanto concerne la situazione dei penitenziari, in particolare, viene diramato l’allarme su numerosi fronti. In primis il sovraffollamento (114% of the official capacity of 50,683 places), come denunciato del resto più volte da vari organismi internazionali, compresi la Corte Edu nella ben nota sentenza Torregiani (e altri) dell’8 Gennaio 2013, e dalla stessa CTP (la quale ebbe a suo tempo a precisare che lo spazio minimo necessario per cella del detenuto è di 4 metri quadri).

Altro fronte caldo è quello della inter-prisoner violence and intimidation, ribadita nel corso dei colloqui da numerosi carcerati. A tal proposito la delegazione raccomanda un approccio dinamico, con l’apertura delle celle delle zone a media sicurezza (oggi si arriva a 20 ore su 24 all’interno della cella), con la presenza costante della polizia penitenziaria a monitorare la situazione. Questo meccanismo concilierebbe le esigenze di sicurezza e il progressivo riadattamento alla società, ivi realizzandosi la rieducazione delle anime.

Importante focus (soprattutto per la sua attualità) è quello rivolto ai regimi speciali: da abolirsi l’isolamento cd. diurno di cui all’articolo 72 cp., da revisionarsi l’assegnazione e il raggruppamento cautelare di cui all’art. 32 del Regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario (d.p.r. 230/2000) elo stesso carcere duro del 41-bis o.p..

Spazio viene dato infine a tematiche di varia specie: dall’allargamento delle attività esterne all’istituto, passata l’emergenza Covid, alla gestione della vita delle detenute trans, le cui necessità risultano non adeguatamente considerate.

Insomma una vasta gamma di contenuti, dei quali si rimanda la trattazione funditus a successivi interventi specifici sul sito OSEP, viste anche le risposte del Governo.

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